L'AZIENDA

- SCONTO
- -21%
Il Gavi del Comune di Gavi 'Rovereto' di Michele Chiarlo è stato prodotto per la prima volta con la vendemmia del 1996. Proviene da uve di Cortese coltivate e raccolte nell’omonima frazione del comune di Gavi, dove una parte degli acini, una volta raccolti, effettua la criomacerazione. Si procede con la pressatura e con la fermentazione in contenitori d’acciaio. Sempre in acciaio il vino rimane poi ad affinare per 5 mesi sui lieviti. È un bianco dal corpo leggero, croccante, con un sorso ampio che si muove su una progressione sapida e fresca, ideale con la cucina a base di pesce e molluschi.
- Categoria del Prodotto
- Vino Bianco
- Denominazione
- Gavi del Comune di Gavi DOCG
- Vitigno / Materia prima
- cortese
- Annata - Cuvée
- 2018
- Formato
- 750 ml.
- Nazione
- Italia
- Regione
- IT - Piemonte
- Gradazione Alcolica
- 13% vol.
- Temperatura di Servizio
- 8° - 10° C.
- Bicchiere Consigliato
- Calice fine a stelo lungo
- Punteggi
- Robert Parker 90/100, James Suckling 90/100, Wine Enthusiast 90/100, Wine Spectator 87/100
- Abbinamenti Gastronomici
- Primi di Mare, Piatti di Pesce
- Degustazione
- Colore: giallo paglierino intenso Bouquet: intenso,di erbe aromatiche, floreale, di frutta bianca e con tenui tratti minerali Gusto: fragrante, fresco, morbido, sapido e lungo.
L’azienda Michele Chiarlo fu fondata nel 1956 da Michele Chiarlo a Calamandrana, nel cuore dell’astigiano, producendo la prima annata di Barolo nel 1958. Durante gli anni seguenti la cantina, a conduzione rigorosamente famigliare, si sviluppò notevolmente, grazie agli importanti acquisti effettuati nelle migliori zone delle Langhe, aggiudicandosi, nel 1987 e nel 1989, terreni a Cerequio e a Cannubi. Oggi l’azienda si sviluppa su circa 110 ettari vitati, di cui 60 sono di proprietà e i restanti 50 con contratti di affitto a lungo termine, dando vita a poco più di un milione di bottiglie. La conduzione è affidata ai figli di Michele, Alberto e Stefano: il primo si occupa dello sviluppo commerciale, mentre il secondo è enologo. Nei vigneti si coltivano solo uve autoctone, concentrandosi su nebbiolo, barbera, cortese e moscato; in cantina la filosofia mira a esaltare le caratteristiche che contraddistinguono il vitigno contestualizzato in un determinato terroir, cercando per i vini rossi di utilizzare moderatamente il legno, affinando i vari crus secondo il metodo tradizionale, in botti grandi o tonneaux. Obiettivo fondamentale che viene perseguito dalla Michele Chiarlo è quello della sostenibilità, concetto caro alla famiglia sin dagli anni ’90, quando si iniziarono le prime applicazioni di lotta integrata, fitofarmaci selettivi e ulteriori pratiche naturali. Un percorso virtuoso, che si rinnova nel tempo: nel 2007 infatti si è iniziato un progetto, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, che mira alla sostenibilità totale della filiera, sino alla tavola dei consumatori. I Chiarlo sono persone dinamiche, attente ai tempi moderni, come testimonia l’ambizioso progetto di hospitality inaugurato con il “Palais Cerequio”, struttura ricettiva ideale per coloro che vogliono concedersi qualche giorno di riposo in un mondo dove è il vino a essere protagonista assoluto. Una ventina di etichette eccellenti in totale, dal Barolo al Barbaresco, dal Gavi alla Barbera: bottiglie che, sorso dopo sorso e vendemmia dopo vendemmia, si confermano nell’olimpo dei migliori vini italiani.