Le migliori 3 cantine di Brunello di Montalcino nel 2022

Il Brunello di Montalcino è uno dei vini più apprezzati d’Italia ed è rinomato per essere prodotto solo ed esclusivamente nel comune di Montalcino.

Il Brunello è infatti un vino con riconoscimento DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) che certifica l’utilizzo del solo vitigno di Sangiovese ed attesta l’esclusività del processo produttivo.

La vinificazione, l’affinamento, la conservazione e l’imbottigliamento infatti sono svolte all’interno del comune.

E’ contraddistinto da una struttura tale da renderlo adatto ad un processo di invecchiamento quantomeno ventennale.

All’aspetto si nota il suo particolare colore rosso rubino mentre al gusto sono spiccate le note speziate, da un sapore particolarmente persistente.
Se vuoi scoprire i nostri consigli sugli abbinamenti più adatti, abbiamo scritto recentemente una guida specifica sulle migliori portate da abbinare al Brunello

Se stai quindi per preparare una cena e la scelta del vino è ricaduta sul Brunello ma non sai quale preferire, in questa guida ti mostreremo le migliori 3 cantine di Brunello per orientarti ad una scelta più consapevole.

1) Castello Banfi

Brunello di Montalcino: Castello Banfi

Castello Banfi è una delle celebri cantine italiane.

La sua storia incomincia nel nel 1978 quando i fratelli italoamericani John e Harry Mariani arrivarono a Montalcino per allargare la propria offerta commerciale direttamente negli Stati Uniti.

Ma intuendone l’opportunità, i fratelli Mariani ampliarono il proprio progetto acquisendo un’azienda locale per avviare un progetto di produzione vinicola.

Grazie ad un approccio produttivo completamente innovativo (in seguito imitato da molti) la fama e la considerazione di questo vino, da parte del mercato, crebbe notevolmente.

Il nome della cantina, Banfi, fu acquisito proprio dal nome dalla prozia dei due fratelli, Teodolinda, che cresciuta accanto ad Achille Ratti, nominato Papa Pio XI nel 1922, lo segue presso il Vaticano, diventando una delle prime donne laiche ad entrare nella sede del Papa.

Proprio Teodolinda, esperta conoscitrice di vini, alleva il nipote Giovanni Mariani, padre di John e Harry, introducendolo nell’ambito dell’enogastronomia. 

Oggi, Cristina Mariani-May rappresenta la terza generazione della famiglia gestendo un possedimento di quasi 3000 ettari nelle vicinanze della Val d’Orcia. 

Sono attualmente presenti circa 7.000 barrique, all’interno delle quali nascono vini di grande eleganza e struttura, che rendono questa cantina simbolo del Montalcino in ambito internazionale.

2) Biondi Santi

Brunello di Montalcino: Biondi Santi

Biondi Santi è un vero e proprio protagonista della storia del Brunello.

 

L’origine della cantina, infatti, risale al 1800, quando Clemente Santi decise di dedicarsi all’agricoltura, curando i terreni di famiglia di Montalcino e Pienza, con l’intento di produrre vini di qualità. 

Grazie alla sua curiosità e voglia di sperimentare, ideò una serie di processi produttivi davvero innovativi per l’epoca, sia per quanto riguarda le tecniche di travaso in cantina che per l’invecchiamento in legno.

Successivamente il lavoro fu continuato da Caterina, figlia di Clemente Santi, che sposò il medico fiorentino Jacopo Biondi. In seguito Ferruccio, il figlio, prese le redini in mano del vigneto, ereditando dal nonno la cultura per il mondo del vino. 

Proprio Ferruccio Biondi Santi decise di produrre un vino longevo con uve unicamente provenienti dal vitigno di Sangiovese, selezionandone con meticolosità solo le migliori viti.

Pian piano anche la tenuta iniziava ad ingrandirsi, passando dai 4 ettari iniziali fino ai 25 ettari coltivati attualmente, sempre tenendo come riferimento la massima qualità dei vini e seguendo la tradizione, sia in vigna che in cantina.

Oggi la nuova generazione è rappresentata da Jacopo e Alessandra, che continuano l’illustre storia della cantina con impegno e abnegazione.



3) Val di Suga

Brunello di Montalcino: Val di Suga

La cantina di Val di Suga ebbe il suo inizio nel 1969, quando Aldo Moro acquisì alcuni terreni agricoli situati nel versante nord di Montalcino, edificandovi una struttura produttiva.

Questi terreni vennero gradualmente convertiti da produzione di foraggio a veri e propri vigneti, attraverso anche vari passaggi di proprietà, finché nel 1982 l’azienda inizia la produzione di vino, dotandosi di una propria cantina.

La prima annata distribuita sul mercato è il “Val di Suga Brunello Riserva 1977”.

Successivamente, nel 1994, il Gruppo Angelini ha dato nuova linfa vitale a Val di Suga, ormai premiata e riconosciuta, anche nei mercati internazionali, per l’elevata qualità dei suoi vini.

L’unicità di Val di Suga è rappresentata dalla coltivazione dei vigneti in ben tre versanti della collina, situate proprio nelle zone più predisposte, per fattori climatici di illuminazione ed umidità, alla produzione del Brunello.

A ridosso del nuovo millennio, nel 1999, si realizza una nuova fondamentale acquisizione per l’espansione della vigna: l’annessione del terreno di Poggio al Granchio, situata nel cuore del comune.

Con l’acquisizione di questo nuovo terreno, Val di Suga detiene un terreno dalle qualità eterogenee rappresentando, a tutti gli effetti, una delle poche a detenere vigneti in punti diversi della collina e l’unica a possederli nei tre versanti più inclini alla produzione di un Bunello eccezionale.

Chiaramente non tutte le annate di Brunello sono state all'altezza della sua fama.

Per questo abbiamo scritto una breve guida per elencare
le migliori annate del Brunello di Montalcino. Qui troverai gli spunti adatti per effettuare una scelta consapevole.




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