

Il Barolo 'Brunate' di Ceretto nasce da un’attenta selezione di uve Nebbiolo, proveniente da vigneti poco più grandi di cinque ettari e mezzo. E' uno dei cru più importanti e apprezzati in tutto il mondo. Vino rosso da cui emerge tutta l’eleganza e la morbidezza tipiche del terreno Tortoniano del comune di La Morra. Matura in tonneau e botti grandi per 24 mesi, segue poi la fase di riposo in vetro per altri 12 mesi. Bouquet variegato, che dalla frutta ben matura arriva sino a sentori balsamici, speziati e a tocchi eterei. Gusto pieno ed elegante, sorso persistente, fresco e trama tannica finemente integrata. Un grande rosso ai vertici delle principali guide di settore italiane e internazionali.
- Categoria del Prodotto
- Vino Rosso
- Denominazione
- Barolo DOCG
- Filosofia
- Biologico
- Vitigno / Materia prima
- nebbiolo
- Annata - Cuvée
- 2015
- Formato
- 750 ml.
- Nazione
- Italia
- Regione
- IT - Piemonte
- Comune di produzione
- Barolo
- Gradazione Alcolica
- 14.5% vol.
- Temperatura di Servizio
- 18° - 20° C.
- Bicchiere Consigliato
- Calice ampio a stelo lungo
- Premi
- Gambero Rosso 2 Bicchieri, Bibenda 5 Grappoli, Vitae 4 Viti, Veronelli 3 Stelle
- Punteggi
- Robert Parker 96/100, James Suckling 95/100, Wine Spectator 94/100, Antonio Galloni 94/100
- Abbinamenti Gastronomici
- Carni Arrosto, Carni in Umido, Formaggi Stagionati, Cacciagione, Carni Rosse
Selezionare le vigne nelle posizioni storicamente più valide era l'obiettivo dei due fratelli Bruno e Marcello Ceretto. Questa idea, derivata da un viaggio in Borgogna, avrebbe dato ragione alla famiglia e reso i vini Barolo e Barbaresco tra i più apprezzati al mondo. Una rivoluzione, all'epoca, per un territorio in cui il concetto di cru era totalmente sconosciuto, ma, soprattutto, una geniale intuizione. Una vera lotta, la loro, intrapresa col padre Riccardo, che le uve le comprava per poi vinificarle. "Incominciate un percorso difficile, la terra non ha mai creato ricchezze a nessuno" sosteneva Riccardo, ma i testardi Bruno e Marcello non avevano dubbi "siamo per la terra al cento per cento, la cantina certo un poco conta, comunque i grandi vini si fanno con l'uva". Iniziano quindi a sognare etichette che portino il nome del vigneto e su cui appaia anche la sua fotografia: "così chi beve quel vino ha sotto gli occhi la vigna da cui proviene. La vigna è storia, i nomi delle colline restano nel tempo, non mutano e questo rafforza la qualità e la credibilità dei vini qui prodotti. Una vigna la puoi cercare, visitare, toccare, sempre". Nel 1986 The Wine Spectator, forse la più influente rivista americana nel mondo del vino, mette in copertina i due fratelli langaroli chiamandoli Barolo Brothers. Bruno e Marcello hanno meno di 50 anni, ma non si fanno travolgere da quella che è una consacrazione ufficiale, a cui tutti aspirano ma pochi riescono ad ottenere. Oggi si sono mantenuti fedeli a se stessi, non hanno smesso di sognare e combattere per un obiettivo giusto. Intanto la Langa è cresciuta con loro e con chi, come loro, antepone al proprio nome quello della terra che li ha fatti nascere e li ha accompagnati per tutta la vita.